Helmut Heiss, Notiz, April 2011
Wir gehören zu diesen Dispositiven und handeln in ihnen. Die Neuheit eines Dispositivs gegenüber den vorherigen nennen wir seine Aktualität, unsere Aktualität. Das Neue ist das Aktuelle. Das Aktuelle ist nicht das, was wir sind, sondern vielmehr das, was wir werden, was zu werden wir im Begriff sind, das heisst das Andere, unser Anders-Werden. In jedem Dispositiv gilt es, das, was wir sind (was wir schon nicht mehr sind), von dem zu unetrscheiden, was zu werden wir im Begriff sind.
Gilles Deleuze, Schizophrenie und Gesellschaft. Texte und Gespräche von 1975 bis 1995, Frankfurt am Main 2005, S. 322-331
Due mani non bastano, in Photo-Reportage, From The Island of Truffles to the Kingdom of Misunderstandings, Bruno Munari, 1944
Dispositivo agg. e s. m. [der. del lat. disposÄtus, part. pass. di disponÄ•re «disporre»; nel sign. 3, dal fr. dispositif]. – 1. agg., non com. Che vale a disporre a un dato fine: virtù, facoltà dispositive. 2. a. agg. Con cui si dispone, si stabilisce, si ordina: la parte d. di una legge; documento d. (non com.), il documento che contiene una dichiarazione di volontà, sia nel campo del diritto privato sia in quello del diritto pubblico; norme d., quelle che sono derogabili a volontà del privato che abbia interesse a non applicarle (in contrapp. alle norme cogenti). b. Come s. m., il d. di una sentenza, quella parte della sentenza civile o penale nella quale è contenuta la decisione del giudice rispetto alla domanda o all’imputazione, e l’indicazione, soprattutto nel secondo caso, delle conseguenze del giudizio (determinazione della pena, oppure ordine di liberazione dell’imputato detenuto). 3. s. m. Congegno […].