La Società dei beni comuni
Libro/Italiano
a cura di Paolo Cacciari
2011
Dire, fare, pensare
Libro/Italiano
a cura di Laboratorio Verlan
2009
The Nightmare of Participation (Crossbench Praxis as a Mode of Criticality)
Book/English
Markus Miessen
2010
WEM GEHÖRT DIE WELT? Zur Wiederentdeckung der Gemeingüter
Buch/Deutsch
Herausgegeben von Silke Helfrich
2009
BENI COMUNI Un manifesto
Libro/Italiano
Ugo Mattei
2011
Le proprietà collettive tra spazio e società
Libro/Italiano
Francesco Minora
2011
Commonwealth
Book/English
Michael Hardt, Antonio Negri
2009
VIRAL SPIRAL How the Commoners Built a Digital Republic of Their Owen
Book/English
David Bollier
2008
GOVERNING THE COMMONS The Evolution of Institutions for Collective Action
Book/English
Elinor Ostrom
1991
ALL THAT WE SHARE How to Save the Economy, the Environment, the Internet, Democracy, Our Communities, and Everything Else That Belongs to all of us
Book/English
Jay Walljasper e Bill McKibben
2010
GROUND CONTROL Fear and happiness in the twenty-first-century city
Book/English
Anna Minton
2009
Formulas For Now
Book/English
Compiled by Hans Ulrich Obrist
2008
Beni comuni vs merci
libro/Italiano
Giovanna Ricoveri
2010
Topografie politiche Spazio urbano, cittadinanza, confini in Walter Benjamin e Jacques Derrida
Libro/Italiano
Dario Gentili
2009
GLI SPOSSESSATI Proprietà diritto dei poveri e beni comuni
Libro/Italiano
Daniel Bensaid
Understanding Knowledge as a Commons
Book/English
Edited by Charlotte Hess and Elinor Ostrom
2011
Krise der Privatisierung. Rückkehr des Öffentlichen
Buch/Deutsch
Herausgegeben von Mario Candeias, Rainer Rilling, Katharina Weise
2008
Misura
Libro/Italiano
Pierangelo Schiera
2011
Palestina
Reportage a fumetti/italiano
Joe Sacco
2006
Commontheke (nur in metadaten eingeben)
Libro/Italiano
Dario Gentili
2009
Uno dei leit-motiv nell’interpretazione della globalizzazione riguarda il superamento della topografia tipica del Moderno e delle forme politiche che la caratterizzano, in particolare lo Stato-nazione e i suoi confini. Questo lavoro risale alle origini di tale topografia, quando le determinazioni topografiche avevano una diretta corrispondenza con quelle politiche e una consistenza materiale: risale alla conformazione spaziale della città antica e medioevale, ai suoi muri e alle sue porte. Segue, poi, passando per il cambio di paradigma spaziale che la concezione dello Stato di Bodin e Hobbes ha comportato, l’evolversi e il trasformarsi della topografia della città fino alla sua crisi e alla conformazione che assume oggi lo spazio urbano. È, pertanto, sulla scorta di tale itinerario che s’intende pensare la soggettività politico-giuridica del Moderno e la sua crisi, quella soggettività definita a sua volta dal confine, dal dentro/fuori, come indicano le sue configurazioni più radicali, il sovrano e lo straniero, e il loro rapporto costitutivo con l’istituzione della cittadinanza.
Sono Walter Benjamin e Jacques Derrida a fornire le categorie filosofiche per interpretare la trasformazione della topografia del Moderno e le sue ripercussioni sulla definizione della soggettività e sulla determinazione spaziale del potere. In un confronto che evidenzia tanto le affinità che le differenze, le topografie politiche di Benjamin e Derrida sono inoltre messe in relazione con quelle di autori che si collocano, rispetto alla spazialità del Moderno, sia all’interno (Schmitt) sia al di fuori (Kafka, Deleuze), sia, come Benjamin e Derrida, sulla soglia (Nancy).
Quelle: www.quodlibet.it