Nel lessico corrente è la capacità di produrre effetti da parte di una forza in un ambiente. In senso politico, il p. è sempre il potere dell’uomo sull’uomo, ovvero la capacità di condizionare il comportamento di altri uomini. In termini giuridici si potrebbe definire come la capacità e la facoltà di agire, esercitata per fini personali o collettivi. Il concetto di p. è apparentato con altri concetti affini, come potenza, forza, autorità, influenza, violenza, con cui finisce per confondersi. Fondamentale resta la distinzione posta da Max Weber tra potenza (Macht) che designa una qualsiasi possibilità di far valere la propria volontà, e p. (Herrschaft) ovvero la possibilità di trovare obbedienza a un comando che abbia un determinato contenuto. Lo stesso Weber individua l’elemento fondante del p. nella coercizione, cioè nel mezzo della forza fisica organizzata, istituzionalizzata ed esercitata su determinato territorio. Se agli albori della modernità Hobbes teorizzava ancora l’indivisibilità del p. sovrano, è con Locke e Sieyès che matura la dottrina della separazione dei poteri, destinata a diventare il cardine dello Stato di diritto liberale (ved. Stato). Quest’ultimo rappresenta il compimento di quel lungo processo d’istituzionalizzazione del p. che avviene in Europa tra il XVII e il XIX secolo. Tre i fattori fondamentali: 1) la spersonalizzazione dei rapporti di p., ovvero il fatto che esso coincida sempre meno con i singoli individui e sempre più con la macchina normativa; 2) la formalizzazione, ovvero la progressiva qualificazione di regole e procedimenti rituali; 3) l’integrazione dei rapporti di p. in un ordinamento onnicomprensivo. In età contemporanea i confini del p. politico tornano però a confondersi. È su questa base che si sviluppa quella forma di p. estraneo alla sovranità che Michel Foucault definisce potere disciplinare: la teoria della microfisica del p. definisce lo stesso non più come la proprietà di chi lo detiene, piuttosto come un rapporto diffuso e non localizzato che circola attraverso un’organizzazione molecolare, in una società di rapporti disciplinati dai rispettivi micropoteri individuali.

T. Hobbes, Il Leviatano, 1651
M. Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino 1976
M. Foucault, Microfisica del potere, a cura di Alessandro Fontana e Pasquale Pasquino,
Einaudi, Torino 1977
M. Weber, Economia e società, Edizioni di Comunità, Milano 1961. Ristamp. Donzelli
Editore, Roma 2003

Verlan, http://verlan.noblogs.org/, 31.5.2010