GemeingüterCommons

Ciò che viene definito collettivo o comune è ciò che si intende solitamente come bene comune materiale e si riferisce al mondo materiale, alla ricchezza – ciò che si definisce come eredità dell'umanità. Collettivi o comuni sono però anche tutti beni immateriali prodotti dalla società, necessari all'interazione sociale e alla produzione quali il sapere, le lingue, i codici, le informazioni, gli affetti, ecc.
Incontro progetto IV, 27.4.2011



Tragedia dei beni comuni (tragedy of the commons)

In economia per t. s’intende una situazione in cui diversi individui utilizzano una stessa risorsa per interessi privati, e nella quale i diritti di proprietà non sono chiaramente definiti e assicurati in modo da garantire che chi sostiene i costi dell'uso della risorsa ne tragga pienamente i corrispondenti benefici. Garrett Hardin fu il primo a descrivere una situazione simile in un suo omonimo articolo del 1968. Immaginate un pascolo aperto a tutti. C’è da presumere che ciascun pastore cercherà di far stare quanto più bestiame possibile su questo bene comune. […] In quanto essere razionale, ciascun pastore cercherà di massimizzare il proprio profitto. Esplicitamente o implicitamente, più o meno inconsciamente, egli si domanda: “Che utilità mi viene dall’aggiungere un altro animale al mio gregge?”. Questa utilità ha una componente negativa e una positiva. La componente positiva è funzione dell’incremento del gregge di un animale. Poiché il pastore tiene per sé tutto il ricavo della vendita dell’animale aggiuntivo, l’utilità positiva è all’incirca +1. La componente negativa è funzione dell’eccessivo carico aggiuntivo che viene a gravare sul pascolo a causa dell’animale in più. Tuttavia, poiché gli effetti del carico aggiuntivo sono condivisi da tutti i pastori, l’utilità negativa per ogni singolo pastore che decida di aggiungere un capo di bestiame al suo gregge è solo una frazione di -1. Sommando le due componenti parziali, il pastore razionale concluderà che per lui l’unico comportamento sensato da seguire sarà quello di aggiungere un altro animale al suo gregge. E poi un altro; e un altro ancora… Ma alla medesima conclusione giungono ciascuno e tutti i pastori razionali che condividono un bene comune. In ciò sta la tragedia. Proprio per smentire questa logica apparentemente stringente, Elinor Ostrom ha cercato di dimostrare con studi sul campo che in realtà è possibile una gestione collettiva di beni comuni che non sfoci in tragedia, aprendo così una terza via tra Stato e mercato.

G. Hardin, The tragedy of the commons, Science, vol.162, n.3859, 1968
(http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/162/3859/124)
E. Ostrom, Governare i beni collettivi, Marsilio, Padova 2007

Verlan, http://verlan.noblogs.org/, 31.5.2010

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parziali, il pastore razionale concluderà che per lui l’unico
comportamento sensato da seguire sarà quello di aggiungere un
altro animale al suo gregge. E poi un altro; e un altro ancora…
Ma alla medesima conclusione giungono ciascuno e tutti i
pastori razionali che condividono un bene comune. In ciò sta la
tragedia. Proprio per smentire questa logica apparentemente
stringente, Elinor Ostrom ha cercato di dimostrare con studi sul
campo che in realtà è possibile una gestione collettiva di beni
comuni che non sfoci in tragedia, aprendo così una terza via tra
Stato e mercato.
G. Hardin, The tragedy of the commons, Science, vol.162, n.3859, 1968
(http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/162/3859/124)
E. Ostrom, Governare i beni collettivi, Marsilio, Padova 2007