Un monumento […] dovrebbe rappresentare, dare un corpo a quest’idea quasi essa fosse qualcosa che non c’è del tutto, o che in un certo senso non c’è ancora. Non perché non debba avere una sua forza e chiarezza, o non possa avere fondamenta in ciò che precede il presente: ma perché, ad ogni modo, essa richiede una tensione per essere ancora attraversata, per essere compiuta o raggiunta. Se anche si tratta di origine, dovrebbe essere un’origine che si scopre in un suo nuovo farsi.
Matteo Cavalleri, intervento „Un monumento al possibile“, 30.10.2010